Se oggi potessi essere a Roma andrei al Gay Pride. E non per solidarietà “da esterno” a una categoria in lotta. Ci andrei perché, da cittadino italiano, riconosco nei diritti degli omosessuali i miei stessi diritti, e nell’isolamento politico degli omosessuali il mio stesso isolamento politico. Ci andrei perché la laicità dello Stato e delle sue leggi mi sta a cuore, in questo momento, più di ogni altra cosa, e ogni piazza che si batta per uno Stato laico è anche la mia piazza.
Ci andrei, infine e soprattutto, perché, come tantissimi altri, sono preoccupato e oramai quasi angosciato dalle esitazioni, dalla pavidità, dalla confusione che paralizzano, quasi al completo, la classe dirigente della mia parte politica, la sinistra.
[…]
Così, tanto per ribadire (l’ovvio?).
Trovo veramente fastidioso quando parlando di un determinato argomento, l’interlocutore sposta il fulcro del discorso con una variante di “il vero problema non è questo, ma …” anche perché dopo poco finisce per dare la colpa allo stato, al sistema, alle cavallette, al buco dell’ozono, in modo che non sia mai colpa di nessuno.
Una strada, un camion e un’auto. Più o meno senza motivo, il camion inizia a inseguire l’auto, incurante di chiunque si frapponga tra lui e la sua preda.
20 e passa anni prima di Speed questo film di Stephen Spielberg riesce a emozionare senza tanti fronzoli ed effetti speciali, grazie a una storia semplice e una serie di dialoghi (uno tra tutti, la riflessione del protagonista nel bar) e un’ottima regia, naturalmente.
Da vedere e rivedere.
il merlo disse al corvo: o come sei nero (che è parente di “cencio parla male di straccio“)
Ho sentito una volta sola il nuovo singolo di Max Pezzali, Torno subito, ed è già lì che mi gira in testa, e che si fa canticchiare come un vero tormentone.
Mannaggiallui 🙂
Nessun uomo è un’isola
Nessun uomo è un’isola,
completo in sé stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l’Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
suona per te.
- (J.Donne)
Essere a colloquio da un cliente che, mentre parla, tocca con una penna (o con le unghie, l’effetto è lo stesso) lo schermo del tuo portatile per spiegare cosa va e cosa non va è decisamente brutta, soprattutto perché devi trovare un modo gentile (e immediato!) di chiedergli di non farlo.
O presentarti, la volta dopo, con un proteggi schermo di plexiglass come quello dei palmari.
(Tra l’altro, i prodotti della Brando sono ottimi)
Dopo anni di scaffale, tanto che il prezzo di copertina è ancora in lire, finalmente ho letto questo romanzo.
Devo dire che mi è piaciuto: visionario quanto basta, ma allo stesso tempo attuale, purtroppo.
E ora, sotto con Cronache Marziane.
Fino a qualche anno fa leggevo Nathan Never, il fumetto della bonelli. Tra i vari personaggi c’era anche Sigmund Baginov, che come particolarità aveva quella di balbettare solamente quando parlava viso a viso con qualcuno.
Infatti durante i monologhi di fronte ai monitor il balbettare era scomparso.
Ho sempre ritenuto questo comportamento una sorta di licenza poetica, almeno fino a qualche minuto fa, quando ho visto la mia vicina di pc parlare tranquillamente al telefono, dopo aver balbettato con 2 interlocutori diversi che, a distanza di una mezzoretta, sono passati a salutarla.
(Ma magari ha fatto solo finta, per scrollarseli di dosso più in fretta)