Amicizie
” […] Pero’ un piccolo commentino a questo tuo periodo vorrei farlo, magari per farti riflettere 5 minuti, se ci riesco: $TIZIO, da che ti conosco, virtualmente e non, tu sei stato solo capace di alienarti amicizie, alcune con persone davvero ottime sotto ogni punto di vista: cito solo $CAIO, perche’ se c’e’ una persona che reputo degna di ogni stima qui dentro e’ proprio lui.
Io al posto tuo ci rifletterei sopra, su perche’ queste cose succedono a te e magari non ad altri, nemmeno a $SEMPRONIO che tu disprezzi tanto.
Non voglio starti a giudicare perche’ sinceramente non mi interessa farlo.
Pero’ qualche domandina magari ogni tanto fattela, chiediti perche’ fondamentalmente sei solo a quasi XX anni, e chiediti se davvero sei la persona piu’ adatta per giudicare se e quanto gli altri siano in grado di costruirsi rapporti di amicizia validi e sinceri. […] “
Ho trovato questo pezzo in rete, stralcio di una lunghissima discussione. Non è importante di cosa si parlava, il perché è scaturita e chi sono i protagonisti.
Quando l’ho letto mi sono venute in mente almeno 2 o 3 persone che mi piacerebbe leggessero un discorso del genere, asciutto, pacato e diretto, senza nessuna cattiveria, un riassunto che fotografa una situazione.
Ma (purtroppo) credo che sarebbe inutile.
Caro Fabbrone,
ti chiedo anticipatamente scusa per la lunghezza del mio commento, ma direi che ci stava proprio.
In una vecchia Bustina di Minerva pubblicata su L’Espresso chissa’ quanti anni fa, Umberto Eco esponeva le sue esperienza di raccontatore di barzellette. Una era questa:
A Roma si verifica una grande alluvione e straripa il Tevere. Mentre Romoletto Sfaticoni è immerso nell’ acqua fin sopra il ginocchio gli appare San Pietro che gli promette la salvezza. Arrivano a bordo di un canotto e gli dicono: “A Romole’ vieni su!” e lui “No, il Signore provvederà per me”. Qualche minuto dopo è sulla veranda e l’acqua gli ha raggiunto il bacino. Arriva un altro canotto e gli dicono:”Dai Romole’, salta su!” E lui “No, il Signore provvederà per me”. Adesso è sul tetto, l’acqua gli ha raggiunto il collo. Arriva un elicottero e lui:”No, il Signore provvederà per me”. Muore affogato. Giunto in Paradiso, incontra San Pietro e gli chiede:”Aho’ ma che è successo? M’avevi detto che mi salvavo!” E San Pietro:”A Romole’ nun so mica che è successo. Io t’avevo mannato due canotti e n’elicottero!”
Eco trova la barzelletta divertente e prende a raccontarla in giro, ma ben presto si rende conto che nessuno ride. Finche’ un amico, dopo la barzelletta, lo prende da parte e gli dice “Guarda, Umberto, lo so che tu ti preoccupi per me e per la mia situazione, pero’ ti assicuro che sto facendo tutto il possibile e credo che tu da fuori non possa avere una idea ben chiara di quello che mi sta succedendo. Grazie lo stesso ma ti prego di occuparti di piu’ degli affari tuoi.”
Improvvisamente Eco si rende conto che tutti gli amici probabilmente avevano creduto che con quella barzelletta lui volesse spronarli a darsi da fare di piu’ e a non aspettare di essere salvati per miracolo quando avevano gia’ davanti a loro molte mani tese. Tutti si erano sentiti chiamati in causa direttamente per qualche loro situazione e non avevano gradito la presunta intromissione del loro amico.
Bel commento, grazie 🙂
Sí, il discorsetto è interessante, pacato e forse anche centrato, ma il contesto da cui è stato tratto è francamente allucinante.