Cuore sacro
Dopo aver visto Le fate ignoranti e La finestra di fronte, essendomi piaciuti entrambi, mi aspettavo grandi cose da Cuore sacro.
E no, non mi ha convinto.
Probabilmente il problema è quello di tutti i film che cercano di raccontare la realtà, non riuscendoci, perché il cinema è finzione.
O forse è che l’alone religioso/sovrannaturale che permea tutto il film non mi è andato giù, visto che – di nuovo – in teoria era una storia “reale”, non era certo Star Trek.
Il film è interessante, l’argomento trattato è attuale, ma quasi tutto è sussurrato e/o sorvolato.
Per quanto non conosca minimamente l’arte, non ci ho messo molto a vedere la trasposizione della Pietà di Michelangelo in una delle scene, e devo dire che l’ho trovata falsa e patetica.
Non che i vari barboni mi siano sembrati più veri, per quanto non abbia una grande esperienza in merito.
La scena francescana poco prima della fine è – di nuovo – abbastanza falsa. Per fortuna il finale si riprende.
In generale mi ha un po’ ricordato La città della gioia, visto che tutti e 2 trattano il tema della restituzione.
La bambina protagonista non credo avrà mai bisogno di ritoccarsi le labbra, visto che a 12 anni è già come le lecciso.
E poi, che bisogno c’era di mettere un fotomodello ad interpretare il prete, ma soprattutto di chiamarlo Karras, che è il nome del prete de L’esorcista?
Decisamente un film da vedere, sarà difficile che abbia voglia di rivederlo.