Interviste
Questa sera, mentre cenavo, ho ascoltato l’intervista a Tania Cagnotto, finalista alle Olimpiadi nella categoria tuffi da trampolino, che si è svolta più o meno così:
Giornalista: “Quando sei sulla piattaforma e stai per tuffarti a cosa pensi?”
Tania: “Al tuffo che sto per fare…”
G: “Ma non pensi ad altro?”
T: “In quei momenti è meglio pensare al tuffo”
G: “Ma non hai qualche portafortuna?”
T: “E’ meglio concentrarsi”
Non mi pare che serva nessun commento all’intervista.
Poi mi piacerebbe capire se è un caso che molti degli atleti della nazionale facciano parte delle forze dell’ordine. Tania, per esempio, è in forze nella Guardia di Finanza. Alberto Tomba (è o era) carabiniere, tanto per citare i primi 2 che mi sono venuti in mente.
Tomba era carabiniere, poi quasi a fine carriera gli hanno fatto capire che sarebbe stato meglio se si fosse levato dai piedi. Comunque non è un caso, ai tempi del finto dilettantismo alle olimpiadi era l’unico modo per competere con i paesi dell’est. E se si andasse ad indagare credo si scoprirebbe che anche negli altri paesi oggi la situazione è simile.
No, non è un caso: negli sport minori, dove è impossibile guadagnare con l’agonismo quanto basta a mantenersi, l’unica possibilità di professionismo è costituita dall’entrare nel gruppo sportivo di qualche arma, che ti accoglie a braccia aperte se hai qualità agonistiche elevate.
A parere mio l’intervistatore gli ha fatto delle domande pietose. Faceva più bella figura a stare zitto, che cavolo vuoi che pensi una quando stà per fare un salto da 3 o da 10 m? alla nonna in carriola?