Responsabilità
Un paio di giorni fa ho letto la notizia secondo cui una cameriera rimasta incinta ha chiesto il test del dna ai potenziali padri del suo bambino, l’unico problema è che il numero di questi (a seconda del giornale dove si legge la notizia) varia da 6 a 13.
Ma questo fa tutto parte del gioco della stampa, un po’ come il numero delle persone presenti ad una manifestazione, ed è tutto sommato secondario.
Che siano 6, 9 o 13 poco importa, dopo aver letto la notizia e poco dopo la risata d’ordinanza (decisamente non politically correct) l’unica cosa che mi viene in mente è che spero (per loro) che tutte le x+2 persone coinvolte siano sane.
Che poi, più che altro lo spero per il bambino, l’unico che non ha avuto possibilità di scegliere se tutelarsi oppure no.
La prostituzione ai tempi del DNA.
chidere il test del DNA è una cosa piuttosto comune (non so in Italia, ma qui in Svizzera lo è) e non di rado si fanno scoperte “interessanti”. a me alla fine dispiace non essere tra quei 6-13 uomini, non era poi così difficile capitarci dentro, accidenti!
😉
Sì, è probabile che si tratti di prostituzione, il punto (che è rimasto nella mia testa, e non sono riuscito a trasferirlo nel post) è la leggerezza con cui tutte queste persone hanno affrontato rapporti non protetti con perfetti sconosciuti, ai tempi dell’AIDS. La promiscuità alla fine è un fatto personale, la responsabilità verso gli altri sarebbe bello che non lo fosse.