L’infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo;
ove per poco il cor non si spaura.
E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei.
Così tra questa immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare..
(splendida)
Studiata con un insegnate di italiano patita di semiotica (la mia), se ne potrebbe parlare per giorni.
OFF TOPIC. Ciao Fabbrone, sto cercando di reperire in giro il Calendario delle Blogger. Su Ciccsoft non è più disponibile il file zip da scaricare. Nè le singole pagine ad alta definizione. Non è che che potresti farmi pervenire una copia del file?
bello questo pezzo! dove l’hai scovato?
Un ragazzo di una scuola media vicina a casa mia ha scritto una poesia su Leopardi (me l’ha fatta vedere la sua insegnante). Dice tutto in 9 parole:
“Come hai fatto tu, uomo finito, a scrivere versi immortali?”
Ciao, CNet
Bella la poesia 🙂
ti eri drogato, vero?
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