Terri Schiavo e l’eutanasia

Nonostante la legge ad hoc, sembra che un giudice abbia imposto di tenere scollegata, e quindi lasciar morire di fame e sete, Terri Schiavo.
Scrive Umberto Veronesi su Repubblica.it di oggi:

[…] Quello di Terri non è un caso di eutanasia. Sull’onda emotiva, sollevata dal fatto di cronaca ma anche dal rincorrersi delle dichiarazioni dei “grandi della terra”, pochi hanno pensato di ascoltare e riportare attentamente la voce della scienza. E la scienza ci dice che eutanasia significa assecondare la libera volontà espressa da un malato di porre fine alla sua esistenza quando si verifichino alcune condizioni che la rendono insopportabile.

Si tratta dunque della massima espressione del diritto dell’individuo all’autodeterminazione e alla libertà di pensiero circa la propria vita e la propria morte. […]

Per quanto mi riguarda, non ho – ancora – un’opinione precisa sul caso di Terri, quel che è certo è che non si tratta di eutanasia. Su cui, tra parentesi, sono favorevole.
Mi sembra molto più simile al veterinario che sopprime la bestia per alleviarne le sofferenze. E non è un gran bel pensiero, proprio per niente.
L’articolo completo è qui, e secondo me merita la lettura,anche più di una volta.

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